Siamo arrivati a fine 2022, possiamo dirlo, ormai mancano pochi giorni e ancora meno lavorativi, con tutti già proiettati alle feste e ad un “nuovo anno”. Ma il bilancio di fine anno non è il tema di oggi, anche se lo faremo comunque a breve.
L’obiettivo di questo articolo è focalizzato su un tema che ormai riempie le nostre (soprattutto le mie) giornate, a volte anche nottate: Piano Industria 4.0
Piano Industria 4.0: tutto cambia e tutto finisce
Il 2022 è stato l’ultimo anno in cui si poteva (“si può” se facciamo qualche acrobazia*1) aderire ad un piano Industria 4.0 con le aliquote previste al 50/40% a seconda dei progetti e beni di investimento.
Dal 2023 tutto cambia e le aliquote scendono:
- dal 40% al 20% per investimento fino a 2,5 milioni di euro;
- dal 20% al 10% per la quota di investimento fino ai 10 milioni di euro;
- dal 10% al 5% per la quota di investimento fino ai 20 milioni di euro.
(per le quote precise vedere la bozza della legge di Bilancio di qualche giorno fa)
*1 Per acrobazia intendo quanto previsto per poter avere ancora diritto alle aliquote correnti: versare entro dicembre 2022 un acconto di almeno il 20% a fronte di un ordine accettato dal fornitore e progetto/investimento completo finalizzato entro il 30 giugno 2023.
Ma non c’è solo “Industria”
In Italia, Paese prevalentemente formato da piccole/medie imprese, dove si conta un numero elevatissimo di partite iva e micro imprese, dove il “digital divide” la fa da padrone ancora e i rallentamenti per l’introduzione della BUL (Banda Ultra Larga) e del 5G sono frenati da continui problemi e rinvii, la notizia che i fondi per l’evoluzione digitale “finiscano” non è proprio una buona notizia. Alcune aziende non hanno nemmeno potuto aderire per problemi di raggiungimento delle linee (“interconnessione” con “digital divide” stride un poco, vero?).
Ma molte, moltissime aziende non conoscono i piani di “Transizione 4.0” correlati (sì, adesso l’hanno chiamata così, vedrai nel paragrafo successivo). Alcuni esistevano da tempo e spariranno per mancato rinnovo dei finanziamenti, altri nascono sebbene con risorse ancora decisamente sottostimate.
Come hai notato, il cambio principale è stato il cambio di nome: da “Piano Industria 4.0” è diventata “Transizione 4.0” a indicare che deve esserci un passaggio non più collegato alla filiera “solo industriale”, evidenziando che la produzione passa anche attraverso altri servizi.
Sembra essere “solo un cambio di nome”, ma nella sostanza, e nella percezione di molti, apre la possibilità ad una serie di servizi prima ignorati o non finanziabili.
Anche se…
Purtroppo ad oggi ancora non vediamo quello che ci sarebbe piaciuto vedere.
L’evoluzione digitale non passa solamente da macchinari che comunicano, ma principalmente da persone che comunicano e che dovrebbero gestirli. Forse l’industria aveva da colmare un “gap digitale” e le abbiamo dato la possibilità, ma non possiamo dimenticare di tutti quelli che stanno sul fronte digitale da tempo. I rincari dei costi di licenze ed energia, la costante evoluzione degli attacchi informatici, l’adozione di nuove tecnologie (blockchain, IoT, ecc) e l’integrazione dei prodotti con quelle ormai pervasive (internet e mobile) dovrebbero scuotere le coscienze dei politici, facendo guardare ad un futuro dove continuiamo ad investire in digitale ma mancano le competenze e gli strumenti per governarlo.
La richiesta, disattesa, è quella di avere investimenti che coprano l’adozione di strutture cloud, di cybersecurity, di scuole e corsi di formazione tecnica informatica, di web e social e il corretto utilizzo. Se ne era parlato, accendendo le speranze di quelli che, come noi, vedono la difficoltà delle piccole imprese a stare dietro e di avvalersi di personale competente, ma alla fine si è concluso con un rinvio ai primi mesi del 2023…
come sempre la speranza è l’ultima a morire, e ci risentiremo in quell’occasione.
Vediamo insieme le possibilità
In chiusura, non potendo fare grandi annunci, riproponiamo quelle che sono attualmente le forme accessibili, da considerare come un elenco non esaustivo, che non è il nostro scopo.
Al termine dell’articolo mettiamo i riferimenti a cosa e come possiamo lavorare insieme per sfruttare al meglio le agevolazioni tramite i nostri servizi.
- Formazione 4.0: esisteva già… ma pochi o nessuno lo sapevano. Era stato istituito dalla legge 205/2017 art.1 cc 45-56, che copriva la formazione del personale per corsi abilitanti alle tecnologie Industria 4.0. Ad oggi si potrà, nel 2023, rendicontare le spese sostenute nel 2022. È stato rifinanziato e sarà quindi accessibile anche nel 2023. Il fatto che non si sapesse ora è risolto, le Aziende possono accedere ad un rimborso
- del 50% per le piccole imprese, con un tetto massimo di 300.000 euro;
- al 40% per le medie imprese, con un tetto massimo di 250.000 euro;
- al 30% per le grandi imprese, con un tetto di 250.000 euro
- Legge Sabatini: serve per l’acquisto di beni “strumentali”. Anche questo esisteva già, cambiato da iperammortamento a credito d’imposta, ma è il classico strumento utilizzato (e in alcuni casi busato) per accedere all’acquisto di macchinari. Esisterà anche nel 2023, rifinanziata per 500 milioni di euro, e sembra che ci siano coperture fino al 2025.
- Bonus Ricerca: dovrebbe restare in vigore fino al 2031, ma con aliquote che vengono ridotte.
Come sfruttare le nostre competenze
Il nostro staff lavora in coordinamento, cercando di affrontare i progetti fin dal loro primo stadio, verificando se sono proponibili secondo le logiche di Industria 4.0.
Per farlo sfruttiamo alcuni pilastri fondanti del nostro metodo:
- I nostri prodotti software sono già predisposti per la tecnologia REST, che permette, attraverso protocolli standard, di comunicare con le macchine predisposte “Industria 4.0”.
- Il nostro personale ha già affrontato progetti di Transizione Digitale che includono anche “Industria 4.0” sia in ambito meccanico che logistico.
- Abbiamo collaborazioni con partner che possono seguire lo sviluppo e la documentazione, fornendo supporto anche per l’adesione ai canali correlati (Formazione 4.0) e trovando risorse anche presso altri strumenti (Fondi Interprofessionali o Bandi)
- Tutto viene seguito da personale dedicato che oltre all’esperienza Industria 4.0 ha competenze in ambito cloud, virtualizzazione, cybersecurity e tutte le altre tecnologie in questo momento “non finanziate”… per questo non saranno mai trascurate.
Vuoi saperne di più? Siamo a tua disposizione! Scrivici senza impegno QUI