Spesso si pensa che il costo di un server sia dato solo dal costo di acquisto.
Si devono, invece, conoscere i costi effettivi, anche quelli nascosti.
Il processo è simile a quello di un’automobile: non basta conoscere il prezzo d’acquisto. Bisogna anche tener conto dei costi di gestione come il carburante, l’elettricità, l’assicurazione, le riparazioni, il fermo macchina (auto sostitutiva o mancanza di mobilità), ecc.
E, come per l’automobile, anche per i server locali dell’Azienda conoscere questi costi nascosti, non contemplati su una singola fattura nella contabilità, vuol dire comprendere i costi totali, ovvero un indice di valutazione noto come «Total Cost of Ownership» (TCO).
Solo confrontando la panoramica dei costi effettivi dell’infrastruttura IT attuale (da cambiare) si può fare quindi un confronto realistico con le spese per una soluzione cloud.
Per semplificare la comprensione, avendo a disposizione alcuni dati “plausibili” sui costi sostenuti annualmente, facendo la stima sui costi analizzati sulla media dei nostri clienti, abbiamo preparato una lista di controllo che fornisce i fattori di costo essenziali.
Dettaglio dei costi di un server di proprietà
Comprende:
- Costi per l’hardware e le periferiche (dischi rigidi, monitor, supporti di backup, ecc.)
- Licenze software per il sistema operativo e le applicazioni
- Costi di licenza ricorrenti (abbonamento software es. antivirus, backup)
- Costi per il fornitore esterno di servizi IT (contratto di manutenzione, chiamate di supporto, ecc.)
- Il tempo che i singoli collaboratori dedicano a:
- mansioni IT (aggiornamenti del software, l’amministrazione degli utenti, controllo dei backup, la comunicazione con il fornitore esterno di servizi IT)
- ore di lavoro perse all’anno a causa di un guasto al server (tempo durante il quale i collaboratori non possono lavorare) questi costi sono derivati dal salario lordo.
- Costi sostenuti per il recupero in caso di perdita di dati, per esempio a causa di un difetto dell’hardware o di un attacco di virus
Esempio di calcolo su 5 anni
- Hardware:
Xeon SingleProc – 16GB RAM – Raid 1 – 2xHDD SAS 480GB – 5CAL + W2019 STD 2VM
Gruppo di continuità (da cambiare/revisionare ogni 3 anni). 5 anni garanzia onsite 7.000 € - Software (antivirus, firewall, backup cloud, ecc) 5.000 €
- Elettricità: stima h24 = 10KWh (stima 0,29/KW) = 2,9 euro/giorno = 1,058 euro/anno 5.000 €
- Condizionamento (stima) 1.500 €
- Backup Locale (NAS + attività) 1.500 €
- Manodopera IT 2.000 €
- Costi fermo personale basato su stima guasti 4gg/anno (1% del tempo) x 5 persone
8 x 5 x 4 = 160 h/anno x 25€/h (stima costo orario lordo impiegato) = 4.000€/anno 20.000 €
Costo Annuale 8400 €
Totale in 5 anni 42.000
Il costo per la stessa configurazione nel Cloud Privato UP2, comprensivo di gestione, monitoraggio , aggiornamenti, sicurezza, licenze, backup locale e backup di disaster recovery corrisponde ad un canone di circa 600 euro/mese, che corrisponde ad un
Canone annuale 7.200 €
Che si traduce in un risparmio annuo medio di 1.200 €
Ma analizziamo nel dettaglio quali sono gli altri vantaggi:
- Nessun fermo macchina dovuto a guasti: trattandosi di una virtualizzazione interviene la risorsa sostituiva trasparentemente, senza causare alcun disagio o fermo macchina.
- Struttura di protezione in webfarm: i sistemi di protezione, la VPN e i firewall, è decisamente più “dotata” rispetto alle misure di sicurezza adottabili in una singola Azienda, soprattutto se parliamo di PMI.
- Possibilità di collegamento da remoto con qualunque dispositivo: agganciandosi ad un desktop remoto, anche da semplici tabelt Android, Apple o dal PC di casa possiamo collegarci, ereditando i programmi ed i sistemi di protezione del server.
- Indipendenza dalla linea telefonica: non serve una grande capacità di trasferimento dati, la macchina che lavora è il server, non è necessario avere software particolari per la connessione, basta il client VPN o una connessione punto/punto se si desidera virtualizzare un’intera LAN.
- Costo mensile detraibile immediatamente, non si acquisisce un cespite, ottimizzando costi e detrazioni.
- Possibilità di ampliare o ridurre le risorse (e di conseguenza i costi) al variare delle condizioni aziendali, potenziando o addirittura “sospendendo” le risorse per ottimizzare i consumi.
- Minori interventi sui PC locali (e costi ridotti per la loro sostituzione quando si guastano): basta infatti un qualunque PC, anche basico, dotato di una connessione ad internet per potersi collegare (anche solo un tablet).
Ovviamente le cifre sono considerate su una media rilevata negli ultimi 5 anni sui nostri servizi, potrebbe differire (basti considerare l’aumento dei costi energetici e della forza lavoro) ma sicuramente dovrebbero dissiparsi le incomprensioni sul fatto che “costi meno” un server fisico rispetto ad uno virtuale.
E comunque è evidente come, in ottica di miglioramento operativo, anche senza cercare il punto di pareggio, la sicurezza di un server “non fisico” si misura sulla sua disponibilità e flessibilità, oltre a maggiori misure di sicurezza, indispensabili per contrastare i crescenti attacchi cyber.